Le frazioni

Ultima modifica 14 gennaio 2020

Spagnago

Frazione che si è costituita in tempi relativamente recenti, in un'area prevalentemente agricola, e si è aggregata intorno alla nuova Chiesa di San Giuseppe lavoratore, ed agli edifici scolastici.

Muzzolon

Se ci si sposta da Cornedo in direzione di Valdagno si incontra la frazione di Muzzolon. La frazione è ricordata dal Quattrocento come sede di una chiesa intitolata a San Marco e dipendente da San Giovanni Battista di Cornedo; San Marco divenne parrocchia solo nel Cinquecento: nel frattempo la comunità di Muzzolon si era resa indipendente da Cornedo anche dal punto di vista amministrativo e tale rimase fino alla fine della prima Guerra Mondiale.

Municipio di Muzzolon: il Municipio è un solido edificio di una certa importanza, unico edificio civile che potesse nei secoli passati competere con le sontuose ville patrizie esistenti sul territorio: sorge in frazione Muzzolon, contrada Roseton, e sembra essere stato il primo edificio comunale dell'intera vallata. La giustificazione di un edificio pubblico civile in data così alta può essere solo data dalla presenza a Muzzolon di abitanti provenienti dalla regione tedesca della Baviera, giunti a Muzzolon e nella zona di Recoaro a partire dalla fine del Duecento. Queste genti sono conosciute con il nome di "Cimbri" e si stabilirono in varie località, riuscendo a mantenere viva la propria identità fino ad oggi nella zona dell'Altipiano di Asiago, dei Monti Lessini e nei Tredici Comuni Veronesi: costoro si stanziarono in territori montuosi, ancora incolti ed isolati dai centri vicini. Questa condizione di isolamento perdurò a lungo e permise di mantenere coese le comunità, anche se la diversità di lingua e abitudini fomentò la scarsa considerazione di questi da parte della preesistente popolazione locale.

Montepulgo

La frazione è posta in prossimità del crinale che divide la vallata dell’Agno dal territorio di Malo e Isola Vicentina, in splendida posizione sulle colline, in direzione di Priabona.

Cereda

Cereda sorge sulle colline, nei pressi del capoluogo. Il toponimo sembra far riferimento, in analogia con il toponimo di Cornedo, ad un altro bosco, questa volta di Cerri, alberi simili alle querce (Cerretum). Il terreno è fertile ed il clima mite, tanto che Cereda era nota per le sue viti e per gli olivi. L'abitato assurse a una certa importanza già in epoca medievale e la chiesa, dipendente dalla vicina pieve di San Martino di Brogliano, divenne autonoma alla fine del XIII secolo. Gli Statuti di Cereda, quattrocenteschi, testimoniano la raggiunta autonomia amministrativa della comunità locale. Il Comune rimase autonomo fino al 1815, quando fu unito a Cornedo. La Chiesa di Sant'Andrea è una costruzione tardo settecentesca: ha subito numerosi restauri e rifacimenti e conserva un altare maggiore in marmo, pregevole opera dello scultore Orazio Marinali, ed un tabernacolo dello scultore Niccolò da Cornedo (sec. XV).

I dipinti che ornano il presbiterio sono attribuiti alla scuola del Maganza. Chiesa della Madonna della Neve chiesetta cinquecentesca, fu in seguito notevolmente ampliata per il grande accorrere di fedeli. Villa Negri Bevilacqua (XVI secolo) è un edificio fatto costruire dai Trissino e poi trasformato, nel corso del XVIII secolo, da un radicale restauro.
Villa Tonin sorge poco discosta dall'edificio precedente ed è una costruzione settecentesca.